Cibo buono e cibo cattivo Parte 1

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Consigli e Ricette

Cibo buono e cibo cattivo Parte 1

Cibo e dieta sono di moda, spopolano post e articoli con l’hashtag #cibosano# #dietasana #cibopuro #dietaclean e così via.

Ci sono mille diete anche diametralmente opposte tra loro e così tanti messaggi contrastanti che è diventato veramente difficile capire anche, solo, da dove iniziare se si vogliono migliorare la propria alimentazione e il proprio benessere.

Parlare di cibo buono e cibo cattivo, cibo pulito e cibo spazzatura è una visione superficiale e riduzionistica della realtà.

Pensate a quante liste diverse potete trovare di questi binomi, vi faccio alcuni esempi:

La banana viene classificata come buona o come cattiva, stessa cosa per le carote, per la farina integrale, per la carne, per le patate, per la cioccolata, per il caffè, per il vino rosso… ogni “elencatore” porterà le sue argomentazioni.

Questo tipo di etichette portano inevitabilmente a una demonizzazione di alcuni alimenti, che sempre con maggiore frequenza sfociano in disturbi dell’alimentazione (anche senza arrivare a anoressia o bulimia conclamate) o ossessioni che peggiorano enormemente il benessere della persona.

È così che il cibo sano e pulito diventa il peggior nemico per la salute.

Partiamo dalle informazioni di base

Il cibo può essere nutrizionalmente più o meno denso di macronutrienti (proteine, grassi, carboidrati, acqua e fibra) e micronutrienti (vitamine e minerali), di tutti o alcuni di questi.

Avere consapevolezza di quello che abbiamo davanti ma senza giudicarlo come buono o cattivo ci servirà poi per poterlo inserire correttamente nella nostra alimentazione e nella nostra vita.

Pensa a quello che mangi ogni giorno: di cosa è ricco e di cosa è povero?

Il prossimo passo sarà capire se quello che mangi si allinea con i tuoi obiettivi in termini di benessere e salute.

I passi per arrivare a definire il tuo percorso dovrebbero partire dalla definizione dell’obiettivo e della valutazione del tuo punto di partenzaLa strada che si andrà a prendere dovrà essere la via più semplice per unire questi due punti. Per semplicità qui intendo qualcosa che si integri con la tua vita e che rispetti i tuoi bisogni (sociali, etici, fisici, emotivi)Valutare il tuo punto di partenza vuol dire fare un’analisi delle tue abitudini e del tuo stile di vita attuale in termini di alimentazione, organizzazione, movimento, sonno e salute.

Le prime domande da cui cominciare

  1. Quanto e in che modo le tue abitudini si discostano dal tuo obiettivo di benessere?

Una volta capito questo si passa alla seconda domanda:

  1. Quale piccolo cambiamento puoi apportare che non sia troppo faticoso e difficile ma che ti avvicini al tuo obiettivo?

Alcuni esempi di obiettivi e abitudini

Esempio 1

Obiettivo generico: dimagrimento
Punto di partenza: alimentazione con molti carboidrati e tanti piccoli pasti
Piccoli passi attuabili: concentro i pasti ai 3 principali e sostituisco una parte di carboidrati con delle proteine in ogni pasto.

Esempio 2

Obiettivo generico: sazietà
Punto di partenza: dieta senza grassi e con poche proteine
Piccoli passi attuabili: eliminare i cibi light e aumentare di 1-2 cucchiai i grassi del pasto, aggiungere una porzione proteica a ogni pasto.

Fai sì che l’approccio alla tua alimentazione sia inclusivo e non esclusivo.

Pensa ad aggiungere alimenti ricchi di fibre, vitamine, minerali, proteine, grassi sani, carboidrati a lento rilascio anziché pensare ad escludere questo o quel alimento perché poco sano.

Come vedi non si parte dalla dieta ideale, con liste alimenti sì e no o regole prestabilite uguali per tutti, ma si decide cosa fare in base a: punto di partenza e obiettivi.

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