Colesterolo buono o cattivo: facciamo chiarezza
25 Maggio 2023 2023-05-26 10:27Colesterolo buono o cattivo: facciamo chiarezza
Se nelle analisi del sangue il valore del colesterolo si presenta con un asterisco, questo può mandare in allarme te e talvolta il tuo medico curante.
Su questa molecola, presente nelle nostre cellule e nel nostro sangue, infatti, negli anni si è detto di tutto e di più, facendo anche molto terrorismo e creando forte confusione nelle persone.
Con quest’articolo proveremo a fare un po’ di chiarezza sul ruolo del colesterolo: il suo nesso con l’alimentazione, con l’aterosclerosi e sull’uso delle statine, farmaco di elezione usato per abbassarlo.
Colesterolo: cos’è?
Il colesterolo è una componente essenziale e insostituibile delle membrane cellulari di tutte le cellule animali. E’ assente nel mondo vegetale, dove invece sono presenti altri steroli (detti fitosteroli) che il corpo umano non può sintetizzare.
Il colesterolo è, inoltre, precursore della vitamina D, ormoni surrenalici e gonadici e degli acidi biliari.
Il nostro corpo, proprio per la grande importanza di questa molecola, è in grado sia di assorbirla dagli alimenti sia di sintetizzarla de novo. I fitosteroli assunti con la dieta invece vengono velocemente escreti e non possono essere sintetizzati.
Alla luce di ciò, è chiaro come non sia necessario assumere colesterolo alimentare. Quello che conta sono le regolazioni sulla produzione attuate dal nostro corpo per mantenere stabile il pool di colesterolo corporeo.
Ad esempio, se segui un’alimentazione vegana, non assumerai colesterolo dagli alimenti, e la produzione endogena risulterà aumentata (up-regolata). Se, al contrario, l’assunzione di colesterolo è troppo alta e la molecola non viene smantellata, aumenterà la sua escrezione tramite la via biliare e intestinale.
Se i meccanismi di regolazione corporei sono in equilibrio, difetti o eccessi alimentari di colesterolo non devo assolutamente preoccuparti. Le problematiche sorgono, invece, quando l’equilibrio viene alterato per ragioni genetiche, per stile di vita sregolato o in particolari condizioni fisiologiche (come la gravidanza e la menopausa) o patologiche.
Nella tipica alimentazione occidentale l’assunzione di colesterolo con la dieta è di circa 300-450 mg al giorno che si sommano a circa 800-1400 mg di colesterolo endogeno presente nella bile. In totale ogni giorno circa 1000-2000 mg di colesterolo arrivano nel lume intestinale e possono essere assorbiti.
Il colesterolo alimentare ha un impatto veramente basso sul colesterolo circolante nel sangue, parliamo infatti di un impatto solo del 10%.
L’impatto dell’alimentazione sul colesterolo
L’alimentazione modula però, attraverso molti fattori, la sintesi di colesterolo e il catabolismo delle lipoproteine (LDL e HDL) che lo trasportano.
Ebbene sì, LDL e HDL, spesso chiamati colesterolo cattivo e colesterolo buono, sono in realtà delle proteine che trasportano il colesterolo nel nostro corpo.
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Le LDL, lipoproteine a bassa densità, trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle altre cellule del corpo.
- Le HDL, lipoproteine ad alta densità, trasportano il colesterolo in eccesso nei tessuti verso il fegato affinché lo elimini.
Con lo stile di vita è possibile agire sull’enzima coinvolto nella produzione di colesterolo da parte del fegato, HMG-CoA reduttasi e sul trasporto del colesterolo stesso dal fegato alla periferia e viceversa.
Quali sono i fattori alimentari che influenzano la produzione e la circolazione del colesterolo?
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la restrizione alimentare riduce la produzione di colesterolo;
- l’incremento della frequenza dei pasti, a parità di cibo consumato, riduce la circolazione di LDL;
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una minor quantità di insulina circolante e di secrezione di peptide inibitorio gastrico (GIP) porta a riduzione di LDL e alla riduzione stessa della sintesi di colesterolo;
- l’assunzione di acidi grassi polinsaturi (PUFAs) come gli omega 3 e monoinsaturi (MUFAs) come quelli dell’olio extravergine di oliva riduce la concentrazione di colesterolo totale circolante;
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l’assunzione di colesterolo alimentare abbinato a bassa presenza di grassi saturi (come per esempio nelle uova) porta a soppressione della sintesi a livello epatico;
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l’assunzione di steroli vegetali porta a maggior escrezione del colesterolo.
Colesterolo e rischio cardiovascolare?
Ad oggi non emerge una correlazione statisticamente e biologicamente significativa né tra l’assunzione di colesterolo alimentare e il rischio cardiovascolare, né tra colesterolo circolante e rischio cardiovascolare.
Colesterolo e aterosclerosi
Quello che invece correla con il rischio cardiovascolare è la presenza di aterosclerosi. Questa formazione di placche nelle arterie ha un’eziogenesi multifattoriale, non attribuibile in modo univoco alla quantità di colesterolo circolante.
Entrano in gioco, infatti, fattori come quelli genetici, l’età, l’uso di fumo o droghe, arteriti (infiammazioni delle arterie), disordini metabolici, diabete, alterazioni glicemiche e insuliniche e ipertensione.
Infatti, è possibile avere formazione di placche aterosclerotiche anche in soggetti con livelli di colesterolo circolanti nella norma.
Trattamento farmacologico del colesterolo: le statine
Veniamo quindi all’uso delle statine, ad oggi farmaco d’elezione per il trattamento delle ipercolesterolemie.
Questi composti agiscono inibendo HMG-CoA reduttasi: l’assunto con cui vengono prescritti è che riducendo il colesterolo portino a riduzione del rischio cardiovascolare per riduzione della formazione di placche ateromasiche.
Studi recenti dimostrano che la riduzione del rischio cardiovascolare non stia tanto nella riduzione del colesterolo grazie alle statine, ma in altri effetti pleiotropici tra cui l’incremento della sintesi di ossido nitrico (NO) e il miglioramento dell’integrità endoteliale.
La produzione di NO e l’integrità endoteliale sono influenzate da diversi fattori, molti dei quali sono micronutrienti o ad essi legati (come l’omocisteina e i derivati della metionina).
Livelli alti di omocisteina sono associati a un maggior rischio cardiovascolare per la sua azione di danneggiamento della funzione endoteliale, aumento dello stress ossidativo, promozione dell’infiammazione e della trombosi. Ogni 5 μmol/L di incremento dell’omocisteina vi è un aumento del 25% del rischio cardiovascolare.
La sua degradazione è mediata dalla presenza di acido folico e vitamina B12.
La presenza si alti valori di omocisteina è dettato dei ⅔ dei casi dallo stato di nutrizione vitaminica.
Inoltre l’acido folico metilato (5-methyltetrahydrofolate), il più importante metabolita dell’acido folico, porta ad incremento della sintesi di NO e miglioramento della funzionalità endoteliale. Azioni supportate anche dall’assunzione di vitamina C e vitamina D.
Alla luce di tutto ciò è chiaro come l’azione su stile di vita e adeguato apporto vitaminico possano avere un impatto importantissimo sulla salute cardiovascolare.
Gli studi stanno portando sempre di più alla luce come la terapia farmacologica non presenti vantaggi significativi rispetto all’integrazione vitaminica e al cambio di abitudini alimentari e di stile di vita per questa specifica condizione.
Ricorda che la sola assunzione di integratori vitaminici non può agire a livello terapeutico o sostituirsi alla terapia farmacologica.